Tanto tempo fa gli uomini vivevano in armonia con i cicli del Cielo e della Terra. Non distratti dalla sempre più invadente tecnologia osservavano le stelle nelle notti senza luce elettrica, perdevano tempo a osservare la fioritura primaverile, le sfumature del Sole che sorge e il volto della Luna. E osservando comunicavano con lo spirito della Natura che con saggezza li guidava nelle scelte.
Vi siete mai chiesti come sia stato possibile conoscere le proprietà terapeutiche di tante piante officinali in epoche in cui non esistevano laboratori farmaceutici in linea con le nostre moderne concezioni?
Sarebbe bello pensare che queste conoscenze siano arrivate fino a noi attraverso un dialogo animico fra uomo e natura, un dialogo che nel corso dei secoli si è strutturato in codici che ancora oggi vengono interpretati, come ad esempio la teoria della segnatura di una singola pianta, che coglie le similitudini fra la forma della pianta, del frutto o della radice e gli organi del corpo umano che possono trarne giovamento: l’esempio più chiaro è quello della noce, la cui forma ricorda quella del cervello umano e gli attuali studi confermano quanta verità ci sia in questa segnatura.
Sempre attraverso questo dialogo uomo natura si viveva in armonia con i cicli delle stagioni ed in questo momento dell’anno, quando dal freddo iniziano a spuntare le prime gemme, inizia il ciclo della Primavera. In Medicina Cinese la Primavera è associata al movimento Legno, al meridiano del Fegato e della Vescicola Biliare. Il momento della rinascita richiede al corpo di abbandonare le scorie accumulate nel periodo invernale, per consentire all’organismo di “rinascere” in sintonia con la stagione in arrivo. Molte grandi religioni dettavano anche un tempo di purificazione: la Quaresima per i cattolici o il Ramadan per i musulmani rivestono un compito non solo spirituale ma anche prettamente “fisico”.
Quaranta giorni di digiuno o meglio limitazione alimentare servono non solo per fare il cosiddetto “fioretto” che ci spedirà in prima classe in Paradiso, ma molto più concretamente ad affrontare al meglio questo importante passaggio stagionale. Certo con i tempi moderni è complicato seguire un regime di privazioni alimentari, ma questo non significa che si debba passare questo periodo come se non ci fosse alcun movimento energetico importante. Ed è qui che le piante vengono di nuovo in nostro aiuto: la fine dell’inverno è il momento perfetto per aiutare il nostro organismo, in particolare il nostro fegato, a liberarsi degli accumuli alimentari, ma anche emozionali, che gli impediscono di svolgere il proprio lavoro.
Nell’impossibilità di trascorrere 40 giorni digiunando e meditando possiamo sempre cercare di aiutarci con un detox mirato a sostenere e rinfrescare il fegato, grazie a piante come il tarassaco il carciofo il cardo mariano, il rafano nero e tante altre, che possiamo trovare singolarmente o meglio ancora riunite in un unico prodotto erboristico dalle importanti proprietà sinergiche. Un detox da seguire per 40 giorni, evitando magari sgarri alimentari eccessivi, ci aiuterà ad affrontare la nuova stagione con maggiore consapevolezza e perché no, un rinnovato vigore. E’ fondamentale però evitare il “fai da te” e farsi consigliare dalle persone adatte! Buona Primavera a tutti!