Shri Ganesh su Svastika

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Shri Ganesh su Svastika

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Descrizione

Elemento da appendere considerato mandala talismano
Raffigurazione di Shri Ganesha su Svastika e Ohm

Altezza: 25 cm
Peso: kg 1,300
Materiale: Bronzo

Il termine italiano svastica origina direttamente dal sostantivo maschile sanscrito “svastika” (devanagari) che indica in quella lingua, tra gli altri significati, il disegno di una croce greca con i bracci piegati ad angoli retti (?), simbolo religioso e propizio per le culture religiose originarie dell’India quali il Giainismo, il Buddhismo e l’Induismo. Come simbolo, generalmente sempre con significati augurali o di fortuna, fu utilizzato da molte altre culture fin dal Neolitico. Durante il Primo dopoguerra fu adottato dal Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (Partito nazista) come simbolo dello stesso, finendo per essere inserito nella bandiera ufficiale della Germania nazista. Dopo la seconda guerra mondiale, a seguito del suo utilizzo nella bandiera della Germania nazista, il suo uso in Occidente è oggetto di controversie, venendo spesso considerata come apologia di nazismo.
Il 20 febbraio del 2008 a coronamento di un solenne incontro a Gerusalemme, il Gran Rabbinato d’Israele e l’Hindu Dharma Acharya Sabha hanno siglato una dichiarazione comune al cui punto 7 si dà atto che lo svastika è un antico e importante simbolo religioso dello Hinduismo, che nulla ha a che fare con il nazismo e che l’utilizzo passato di tale simboloda parte di questo regime è stato assolutamente improprio.

Etimologia
La parola italiana svastica deriva dalla resa del termine maschile sanscrito, svastika, attestata nella nostra lingua a partire dal 1897.
In sanscrito tale termine possiede numerosi significati indicando, tra gli altri, un “bardo che dà il benvenuto”, “un incrocio di quattro strade”, “l’incrociare le mani o le braccia sul petto”, “un bendaggio a forma di croce”, il “gallo”, “un oggetto prezioso a forma di corona triangolare” ma, soprattutto, nel significato di “oggetto propizio” o il disegno/simbolo di una croce greca con i bracci piegati ad angoli retti che, secondo la maggioranza degli orientalisti, rappresenterebbe il disco solare.
Il termine sanscrito svastika deriva da svastí (sostantivo neutro; benessere, successo, prosperità) a sua volta composto dal prefisso su- (buono, bene; linguisticamente affine al greco e?, eu- con lo stesso significato) e da asti (coniugazione della radice verbale as: “essere”). Il suffisso -ka forma un diminutivo, per cui svastika è traducibile letteralmente come “è il bene” o “ben-essere”.
Il termine “svastica” viene indicato in italiano come sostantivo di genere femminile, è possibile ipotizzare che il suo utilizzo al femminile, in Occidente, derivi dall’errata traduzione in “felicità”.

La svastika nella cultura religiosa
In ambito buddhista il simbolo dello svastika indica il sole o, in Tibet, un simbolo dell’infinito. Nel Buddhismo cinese il carattere ? o anche ? (wàn, giapp. man) rende il termine sanscrito svastika (reso anche come ????? saifúxidijia) con il significato di “10.000” ovvero di “miriadi” o “infinito” o “tutte le cose” che si manifesta nella coscienza di un buddha (?, Fó); per tale ragione esso è spesso posto nelle statue rappresentanti un buddha sul suo petto all’altezza del cuore. Nel Buddhismo Zen il carattere ? rappresenta il ??? (busshin-in) ovvero il “sigillo della mente-cuore del Buddha” trasmesso da patriarca a patriarca nel lignaggio di questa scuola.
In ambito giainista il simbolo della svastika è uno dei ventiquattro segni propizi ed è simbolo del settimo Arhat e della presente avasarpi?i.
In ambito induista il simbolo destrorso è associato con il Sole e con la ruota del mondo che gira intorno ad un centro immobile, e quindi emblema di Vi??u (e perciò anche di K???a). La B?hat Sa?hita (VI secolo d.C.; al LV,5) sostiene che lo svastika debba essere apposto all’ingresso dei templi.
Secondo lo studioso ed esoterista francese René Guénon esso rappresenterebbe il “Principio originante” della realtà nella sua azione vivificante-ordinante (il Verbo greco o l’O? hindu). È in altri termini un simbolo del “Polo” o del “Centro”, analogo all’Axis Mundi, del principio inamovibile che è presente in tutte le cose e si esprime in esse come vita originandole, e al quale tutte le cose tornano.
La “svastica” fu in uso anche presso popolazioni diverse, per esempio presso molte tribù di nativi americani come i Navajo che lo avrebbero però eliminato dalla loro tradizione durante la seconda guerra mondiale rifiutando ogni accostamento con la simbologia nazista. La svastica compare altresì nell’arte popolare dell’Estonia e della Finlandia, mentre presso i Prussiani si suppone che abbia dato il nome al dio-sole Suaixtis.
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